Cosa vuol dire essere un docente inclusivo

di Caterina Grignolo e Paola Lasala

Come ottimizzare il proprio lavoro in funzione dell’inclusione? Come riuscire a personalizzare il lavoro per realizzare il successo  formativo di ogni alunno della classe? Come riuscire a realizzare un’ efficace differenziazione didattica?
Queste sono alcune delle domande che gli insegnanti nei corsi verbalizzano come esigenze a cui è necessario trovare risposta per sentirsi un docente efficace.
Questo ci fa capire la complessità dei gruppi classe all’interno dei quali operano. Agli stessi insegnanti è stato chiesto di descrivere con una metafora la loro classe ed essi hanno  scritto: “ Un caos calmo”;” Esplosività” “ Complessità  in una dimensione positiva”; “Diversità: aria, fuoco, terra,acqua”; “Dirompente diversità”.

Il ricorrere del termine “diversità” pone in evidenza come sia indispensabile per il docente di oggi essere altamente inclusivo.
Ma quali valori determinano il profilo di un docente inclusivo?

Uno dei valori essenziali crediamo sia innanzitutto  considerare  la diversità degli alunni come un dato di fatto: gli esseri umani sono naturalmente “diversi  e diversificati”, quindi riconoscere alla diversità il valore di normalità è assolutamente indispensabile per riuscire a considerarla come una risorsa e una ricchezza. Pensiamo infatti che è inclusivo l’insegnante che considera come normalità la diversità dei modi di apprendere e sfugge all’esigenza di  creare conformità.

Continua a leggere

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

Le parole sono importanti: inserimento, integrazione e inclusione indicano modelli pedagogici diversi

di Giovanni Fioravanti
(questo intervento è uno stralcio del capitolo Chiuso/Aperto ripreso dal recentissimo volume dell’autore “La cultura della scuola”, ed. Armando)

Le parole fanno significato e oggi viviamo in una società in cui le parole a volte finiscono per imbarazzare. Forse perché con la diffusione dei social la parola circola più scritta che orale e si sa, perché ce l’hanno insegnato i latini, che scripta manent mentre verba volant.
Pertanto le parole perdono della loro leggerezza e finiscono per pesare come pietre miliari. Così non si può dire una cosa per un’altra, un pensiero espresso quando sta scritto è difficile da equivocare quanto da dimenticare.

L’uso di certi termini è stato bandito dal nostro lessico sociale, specie quelli espressione di pregiudizi non più tollerabili, ma se sono state bandite le vestigia lessicali restano i loro monumenti nella psiche di tanti nostri simili.

 È il caso delle parole che hanno a che fare con i diritti e con l’esclusione sociale. Razza, sesso, cultura, religione, disabilità sono ancora parole calde, capaci di suscitare emozioni, di far circolare il sangue, di farlo salire al cervello. Suscitano schieramenti, difese ed attacchi. Uomo del mio tempo sei ancora quello della pietra e della fionda, tornerebbe a scrivere Salvatore Quasimodo.

 A proposito di significato delle parole, mi sono trovato a parlare di integrazione e di inclusione come se i due termini fossero equivalenti. Tanto equivalenti poi nel dizionario che ognuno di noi reca con sé non devono esserlo, se la maggioranza dei miei interlocutori dimostrava di optare più per l’integrazione che per l’inclusione, riconoscendo implicitamente che l’inclusione si collocherebbe su un gradino più in alto rispetto all’integrazione.

Continua a leggere

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento

In arrivo il Testo unico per la disabilità

“Serve un Testo unico per la disabilità per andare anche verso la ricomposizione delle risorse che definisce e serve per garantire il budget di progetto di vita della persona”: lo ha dichiarato all’ANSA in queste ore la ministra per la disabilità Alessandra Locatelli, parlando a margine dell’inaugurazione del centro Anffas onlus di Borgo Trevi, in provincia di Perugia, che si occupa dell’assistenza di persone e famiglie con disabilità intellettive e relazionali.

Pubblicato in Senza categoria | Lascia un commento